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Le poesie di Parma riflettono l’anima e la storia di una città ricca di cultura, arte e tradizione. Situata nel cuore dell’Emilia-Romagna, Parma ha ispirato poeti e scrittori con la sua bellezza architettonica, i paesaggi suggestivi della Pianura Padana e il suo spirito vivace. La poesia parmigiana spazia dalle liriche dialettali, che custodiscono l’identità popolare e la musicalità del vernacolo locale, ai versi in lingua italiana, spesso dedicati ai suoi monumenti, alla gastronomia e alla vita quotidiana. Tra i poeti legati a questa terra si ricordano Attilio Bertolucci, con il suo sguardo intimo e malinconico sulla campagna parmense, e altri autori locali che hanno celebrato la città con versi evocativi e nostalgici.

Enrico Maletti recita la poesia : La Dònna Pramzàna

Poesia in dialetto Parmigiano di Otello Artoni detto il Magico Otello.

I capanón 

Nojätor, i capanón a s’ insonjèmma
anca al giorón d’ incó.
Con ’na stansa a piantarén
mo a s’ vrävon tutt bén…
Adésa fra cazànt andèmma d’acordi
cme can e gat.
Il bräghi psädi e i sandol ’d copartón
j andävon bén par tutti il stagión.
La nostra banca l’ éra al Mónt ’d Pietè
e con di gat i s’àn zlatè.
Colonica e bón dal lat
j àn fat ’n ätor tant.
Adésa ch’ a spusèmma ’d sjor
e magnèmma al ristorant
a sèmma invidióz ’d tutt quant.
In tésta a gh’ävon un quälch pjóc
mo anca adésa fra pensér e bolètti da pagär
a gh’é listés la tésta da gratär.
Con il discotéchi e la televizjón
a j èmma imbambì i nostor fjó.
E parlär di capanón
a m’ véna un po ’d magón
e fa bén che d’ ogni tant
a s’ ricordèmma äd che pasta séron fat.

Noi, i capannon ce li sognamo
anche al giorno d’oggi.
Con una stanza a pianterreno
ma ci volevamo tutti bene…
Adesso fra inquilini andiamo d’accordo
come cani e gatti.
Le pantaloni con le pezze e i sandali di copertone
andavano bene per tutte le stagioni.
La nostra banca era il Monte di Pietà
e con i gatti ci hanno svezzati.
Colonica e buoni del latte
hanno fatto altrettanto
Adesso che assomigliamo a dei signori
e mangiamo al ristorante
siamo invidiosi di tutti quanti.
In testa avevamo qualche pidocchio
ma anche adesso fra pensieri e bollette da pagare
c’è ugualmente la testa da grattare.
Con le discoteche e la televisione
abbiamo rimbambito i nostri figli.
E a parlare dei capannoni
mi viene un po’ di malinconia
e fa bene che ogni tanto
ci ricordiamo di che pasta eravamo fatti.